Archive for febbraio, 2017


L’intesa giornata di oggi stava passando senza alcun segno di reazione e una forte mia convinzione di aver fatto la scelta giusta, nonostante la tristezza.

Poi mi risponde chiedendomi come posso decidere un giorno a partire dal quale non parlargli più, come si può stabilire un limite temporale in questi casi. Ci diciamo un po’ di cose e, sorridendo e riportando il tono della discussione verso una piacevole leggerezza (come ci riesce sempre?!), mi dice che non sarei mai una brava analista, le mie supposizioni e le mie idee su quello che sta succedendo tra noi non sono corrette. Intanto mi trovo vicina a casa tua, gli dico scendi. Sale in macchina e mi guarda e mi sorride in quel modo…

La mia grande convinzione va a farsi benedire.

 

Oggi è già quasi passato. Sono certa, quasi certa, che non ci sarà nessuna sua iniziativa. Devo resistere una notte e un giorno, domani sarà una giornata di lavoro intensa e passerà veloce. Poi saprò che ci sono solo io, solo io a resistere, andare avanti, dimenticarlo. Penserò a questi ultimi sei mesi per non cedere, tutto quello che era prima non c’è più ed è inutile invocarlo.

Fare cose non da me per cambiare finalmente qualcosa.

Ho dato un ultimatum. Stamattina alle otto gli ho detto, con serenità e sorridendogli, che ci sono stata per lui fino a ieri e ci sarò ancora oggi e domani se vuole parlarmi, poi basta. Poi volterò pagina perché me lo devo.

Fino ad ora nessuna risposta.

Ho paura ma riuscirò a fare quello che ho deciso, adesso basta.

Dopo il delirio del mio sfogo ci siamo scritti qualche messaggio “normale” e mi sono calmata.

Vorrei tanto un pensiero nuovo, vorrei tanto incontrare qualcuno e lasciarmi coinvolgere.

Fottersene.

La parola a cui ispirarsi.

Propositi 2017.

Mercoledì, giovedì e (quasi ormai) venerdì senza dirsi niente, nonostante fosse un periodo “positivo”, senza tensioni, in cui ci sentivamo sempre.

Vabbe’. Prendo atto e rifletto sul fatto che non è stato poi così difficile non scrivergli niente.

E anche oggi sta passando così, senza un segno.

Va bene.

Non insisto.

Mi sento un po’ come quando, crescendo, riconosciamo che i nostri genitori non sono perfetti, non sanno tutto, sbagliano, sono deboli, sono umani e non supereroi.

Lo stesso smarrimento.

O una serata no.

Avevo (ho?!) bisogno di sentirmi dire “ho sbagliato, voglio te, perdonami”. Sarebbe stato giusto e rispettoso interrompere ogni rapporto con la ex, dimostrarmi di tenere a me sopra ogni cosa, di non volermi perdere.

Invece sembro diventata io l’altra.

Fino a qualche mese fa ogni volta che pensavo a lui mi dicevo “non ci credo, non può essere vero”, troppe esperienze deludenti prima, troppa poca fiducia.

Poi lui e la pienezza di sentire che tutto aveva finalmente un senso, anche quello che prima mi aveva fatto soffrire.

Mi sentivo forte, felice e fortunata. Finalmente una storia vera, finalmente un uomo che mi voleva come io desideravo essere voluta, finalmente tante cose. La sensazione di sicurezza che mai avevo avuto. La fiducia incondizionata.

E poi…